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Attualità mercoledì 18 gennaio 2017 ore 18:00

"Serve una presa di coscienza dalle istituzioni"

Appello alle istituzioni sulla questione dei migranti che dopo il rogo nel capannone a Sesto hanno occupato un edificio di proprietà dei Gesuiti



FIRENZE — C'è solidarietà e vicinanza da parte dei padri Gesuiti per la difficile situazione dei circa ottanta migranti somali che dopo il rogo nel capannone rifugio a Sesto Fiorentino hanno occupato, insieme al movimento di lotta per la casa, un edificio di via Silvio Spaventa a Firenze, di proprietà dei Gesuiti. 

Il direttore della Fondazione Stensen, gestita dai Gesuiti, padre Ennio Brovedani, dopo aver parlato coi migranti, avergli portato generi alimentari e solidarietà, si è recato negli uffici della questura di Firenze denunciare l'occupazione, un atto dovuto per evitare che la Fondazione diventi corresponsabile con gli occupanti. Al momento, non è stato chiesto alcun provvedimento di sgombero.

Padre Gianfranco Matarazzo, superiore maggiore della Provincia d'Italia della Compagnia di Gesù, ha inviato una nota sull'occupazione della struttura di via Spaventa a Firenze da parte dei rifugiati spiegando che ci vogliono risposte globali e lungimiranti: "Siamo consapevoli della drammaticità - ha  della situazione che si trovano a vivere questi rifugiati, siamo di fronte a un problema internazionale che richiede risposte globali e lungimiranti impegni umani e istituzionali".

"Rispettiamo - continua la nota - e siamo vicini alla sofferenza di queste persone. Un nostro confratello li ha raggiunti, ha parlato con loro, ha ascoltato le loro difficoltà, li ha invitati a rispettare le basilari regole di convivenza. Stamattina abbiamo anche provveduto a fare una piccola spesa al supermercato per portare loro alimenti di prima necessità". 

"Siamo però convinti - continua padre Gianfranco Matarazzo - che la solidarietà non può essere fatta prescindendo dalla legalità. L’occupazione non è la giusta soluzione ai problemi dei rifugiati. Servirebbe una presa di coscienza delle istituzioni, in primis quelle locali, che riesca andare aldilà della media emergenza e preveda efficaci risposte immediate e poi adeguati progetti d’integrazione, che in occupazione non sono possibili né legali.
Confidiamo nell'intervento delle istituzioni locali per arrivare a una soluzione pacifica e cordiale", conclude la nota. Ianno lasciato il palazzetto dello

Intanto i quattordici migranti che erano rimasti al palazzetto dello sport di Sesto Fiorentino sono stati trasferiti in un'altra struttura comunale, dove sono assistiti da Protezione Civile e associazioni di volontariato. 

Al momento, spiega una nota, sono in corso gli interventi di pulizia del palazzetto per riportarlo presto allo svolgimento delle normali attività sportive. Oggi i migranti di Sesto hanno incontrato gli assistenti sociali per definire percorsi individuali di integrazione e per valutare percorsi di inserimento.


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