Nico, 1988

FIRENZE — Un film che riporta indietro agli anni '80, a quel decennio che la regista Nicchiarelli non esita a definire squallido, per alcuni versi, e che è ben impresso nella memoria di tutti coloro che l'hanno vissuto. Compresa Nico, mitica figura di donna, bellissima, musa di Warhol, compagna di grandi personaggi della musica e del cinema come Jim Morrison, Iggy Pop, Alain Delon, voce di uno degli album più iconici dei Velvet Underground, quello con la banana in copertina. Donna per la quale la bellezza è stata allo stesso tempo benedizione e condanna, elemento tanto centrale della vita da renderla veramente libera di esprimersi e di essere se stessa solo quando ha iniziato ad andarsene, a sfiorire. Musicista di ricerca, ossessionata dai suoni della Berlino bombardata e bruciante della fine della seconda guerra mondiale che prova a ritrovare intorno a sé a distanza di decenni, Christa è, nel film di Nicchiarelli basato su interviste e materiale documentale, una donna che cerca la sua arte e se stessa, che attraversa la vita e l'Europa negli ultimi anni della sua vita fino a spegnersi ad Ibiza nel 1988.

Il biopic di Nicchiarelli porta sullo schermo una Christa Päffgen volutamente diversa dalla Nico delle foto e dei filmati d'epoca, perché ha il volto e la voce della bravissima Trine Dyrholm che - in quanto cantante oltre che attrice - interpreta anche tutti i brani di repertorio presenti nel film. E persino il formato e la grana del film ricordano la televisione quadrata degli anni '80, per un'immersione completa nell'universo allo stesso tempo nostalgico e trash del quel periodo. 

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