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Attualità giovedì 02 luglio 2020 ore 13:22

Agli Uffizi la cultura africana nel Rinascimento

Nell'Europa del Rinascimento esisteva un rapporto di scambio con la cultura africana, in mostra nei dipinti conservati nelle Gallerie degli Uffizi



FIRENZE — Nelle Gallerie degli Uffizi, tra i quadri rinascimentali e barocchi, batte anche un cuore africano. Insieme alla Venere di Botticelli, alla Medusa di Caravaggio, al Tondo Doni di Michelangelo e a tanti altri capolavori, il celebre museo fiorentino accoglie infatti un nucleo di opere nelle quali un ruolo centrale è affidato a personaggi “black”, storici, biblici o mitologici.

Il direttore Eike Schmidt ha spiegato “Gli Uffizi non sono una ‘turris eburnea’ dell'arte e anzi nelle loro collezioni comprendono i grandi temi della contemporaneità: attraverso l’arte il museo può raccontare la grande storia del passato e fa vivere le opere nel presente. I capolavori infatti parlano una lingua universale che aiuta non solo a comprendere meglio il loro tempo, ma anche il futuro che intendiamo costruire”. 

Ci sono i ritratti dei re dell’Abissinia e dell’Etiopia realizzati nel Cinquecento da Cristofano dell’Altissimo su commissione di Cosimo I de’ Medici, per una serie di dipinti dedicati a uomini illustri del tempo; l’Adorazione dei Magi di Albrecht Dürer, dove uno dei tre re ha tratti inequivocabilmente africani; l’episodio mitologico con Perseo che libera Andromeda - definito da Giorgio Vasari il migliore dipinto di Piero di Cosimo - in cui compare, in primo piano, una musicista dalla pelle nera e i capelli ricci; il trio di popolani immortalato dal fiammingo Justus Suttermans nella “Madonna ‘Domenica delle Cascine’, la Cecca di Pratolino e Pietro Moro”, e molte altre opere ancora. Ed è proprio dall’esigenza di andare a riscoprire gli elementi artistici della cultura nera disseminati nella collezione degli Uffizi che è nato il progetto “Black Presence”. 

Video e dirette sui social delle Gallerie: attraverso l’esplorazione tematica di un gruppo di nove dipinti con protagonisti africani, si illustra e contestualizza la presenza sociale e culturale di quel continente nella coscienza dell’Europa del Rinascimento, testimoniando il fecondissimo rapporto di scambio che già allora aveva luogo tra queste due aree del pianeta. Al contempo, si offrono spunti di riflessione nel dibattito sui temi razziali che anima la cronaca e la discussione politica attuale. 

Black Presence prenderà il via simbolicamente sabato 4 luglio, nella ricorrenza della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America, con un doppio evento live sui social degli Uffizi: su Tik Tok, dalle 20, Justin Randolph Thompson, direttore e cofondatore del Black History Month Florence, festival dedicato alla cultura nera organizzato annualmente a Firenze, in una passeggiata tra i corridoi e le sale del museo racconterà le opere, soffermandosi anche sulle istanze di uguaglianza razziale tornate di recente alla ribalta. A seguire, su Facebook, dalle 21, sempre in diretta dalla Galleria delle Statue e delle Pitture, il polistrumentista del Burkina Faso Gabin Dabirè si esibirà in un concerto con strumenti tradizionali africani davanti al Perseo che libera Andromeda di Piero di Cosimo. A completare l’evento Black Presence sarà una serie di otto video pubblicati ogni sabato su facebook a partire dal 4 luglio, dove Thompson illustrerà nel dettaglio ciascun dipinto della rassegna social.


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