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Cultura giovedì 19 settembre 2019 ore 13:00

Biennale, per Baratti la prima volta dopo 55 anni

L’antiquario di origine fiorentina, Giorgio Baratti, parteciperà alla Biennale Internazionale di Firenze con dei pezzi da museo per omaggiare il 60°



FIRENZE — L’antiquario di origine fiorentina, Giorgio Baratti, parteciperà per la prima volta in carriera alla Biennale in programma a Palazzo Corsini dal 21 al 29 settembre 2019. La vera notizia è che lo farà con dei pezzi da museo. “Negli anni avevo sempre prediletto altre manifestazioni di eguale spessore – ha detto Baratti –. Tuttavia mesi fa, dopo che il Segretario generale della Biennale, l’amico Fabrizio Moretti, mi aveva esortato a non mancare a questa edizione del 60° anniversario della manifestazione, ho deciso di accettare ed è per questo che porterò a Palazzo Corsini alcuni tra i più bei pezzi della mia collezione”.

Antiquario di livello internazionale e profondo conoscitore della Storia dell’Arte, Giorgio Baratti opera dal 1964 nel settore, prima tra Pisa e Firenze, quindi a Milano, dove fonda, nel 1982, la Giorgio Baratti Arte Antica, ospitata nel prestigioso Palazzo Bigli Ponti, una delle più importanti dimore milanesi in cui si fondono l’architettura bramantesca e la pittura rinascimentale lombarda. Già consulente al Metropolitan Museum di New York, alla National Gallery di Washington e al Museo Nazionale di Varsavia, le sue gallerie hanno preso parte a numerose mostre mercato, tra le più importanti delle quali figurano nel 2015 il Point Art del Grimaldi Forum nel Principato di Monaco, il MINT (Milan International Antiques and Modern Art Fair), l’Internazionale di Via Turati alla Permanente di Milano, il Gotha di Parma, il Collezionismo Internazionale a Palazzo Venezia, Roma e, per la prima volta quest’anno, la Biennale di Antiquariato di Firenze. Tra le istituzioni museali che hanno acquisito negli ultimi anni delle opere transitate attraverso Giorgio Baratti, meritano una menzione il Paul Getty Museum di Malibù e il Museo del Louvre. 

Saranno circa 40 gli oggetti che troveranno spazio nello stand numero 77 di Palazzo Corsini, 27 dipinti dal Cinquecento al Settecento, 11 pezzi tra sculture, mobili e manufatti. Tra i pezzi in esposizione quattro opere facenti parte del patrimonio artistico nazionale. Il pezzo più importante della collezione è il bassorilievo centinato in marmo di Gregorio Di Lorenzo (Firenze 1436 ca. – Forlì 1504 ca.) denominato Madonna col Bambino che stringe un uccellino e due cherubini e già proveniente dalla collezione di Carlo De Carlo. Schedata nel 2013 da Giancarlo Gentilini, l’opera mette in luce le capacità dell’artista che fu allievo di Desiderio da Settignano e costituisce uno degli esemplari più raffinati della sua attività. Tra i dipinti spicca Sant’Orsola, capolavoro del veneziano Girolamo Forabosco (Venezia 1605 – Padova 1675), che ritrasse una misteriosa dama seguendo i canoni dei grandi specialisti del Cinquecento quali il Giorgione, Tiziano, Palma il Vecchio fino al più vicino Lotto e che oggi appare di un fascino senza tempo e che sarà in mostra dal 18 gennaio al 7 giugno 2020 nella Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia.

Tra i dipinti quasi si trattasse di una sorta di “viaggio nell’arte”, ce ne sono diversi che vantano motivi d’interesse, a cominciare dal Ritratto di gentiluomo di Alessandro Allori. Da segnalare anche il Busto del Redentore in terracotta dipinta di Leonardo del Tasso, i bassorilievi in bronzo raffiguranti i profili di due imperatori romani opera di Antonio Elia, un tavolo ligneo di produzione medicea di fine Seicento e un importante cassone nuziale cinquecentesco in massello di noce.

La selezione dei pezzi di Giorgio Baratti Antiquario propone opere, essenzialmente inedite, che si orientano verso dipinti a tema profano o mitologico, sebbene la galleria, oltre a ritratti, nature morte e vedute, offra anche opere a tema religioso ed ancora sculture di Alta Epoca in marmo, metallo o legno e mobili dal XV al XVIII secolo. Degni di nota, infine, sono i rari mobili del Rinascimento.


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