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Lavoro martedì 10 marzo 2020 ore 14:27

"Covid-19? Autonomi in quarantena senza stipendio"

Il sindacato Nidil Cgil ha promosso un'indagine online e chiede ammortizzatori sociali per fronteggiare l'emergenza del contagio da Coronavirus



FIRENZE — Il sindacato Nidil Cgil ha lanciato un allarme per tutelare le attività in cui operano prevalentemente lavoratori autonomi a partita iva che hanno subito o stanno subendo una interruzione a causa del Coronavirus, "con ingenti perdite e assenza totale di ammortizzatori".

Nidil Cgil Firenze ha lanciato un sondaggio rivolto ai lavoratori autonomi a partita iva e collaborazione per fotografare la caduta di reddito e nel frattempo ha richiesto alle Istituzioni interventi in materia di ammortizzatori e di tutela della malattia "Accesso alla cassa in deroga (anche per i collaboratori coordinati e continuativi), utilizzo della cassa specifica Formatemp per i lavoratori in somministrazione e indennità di disoccupazione rafforzata per tutti coloro che perdono il lavoro. Per gli autonomi un sostegno legato ai redditi pregressi e in proporzione all’effettiva riduzione dell’attività lavorativa, con un tetto ben più alto degli attuali 500 euro, guardando anche ai settori più esposti. Inserimento dei collaboratori sportivi (non iscritti a nessuna cassa previdenziale) tra i beneficiari delle misure di sostegno. Estensione a collaboratori e professionisti autonomi delle misure di welfare “promesse” dal Governo per la cura genitoriale. Garanzia della indennità di malattia legata all'emergenza per tutti. Adeguamento anche delle casse professionali".

"Le guide turistiche - ha sottolineato il sindacato in una nota - sono alle prese con i tour cancellati fino a giugno e con mancate entrate che già superano in media i 2 mila euro a persona; artisti, tecnici e organizzatori rimangono senza coperture a causa della interruzione di eventi e spettacoli, così come chi si occupa di corsi formativi, consulenza, attività professionale e insegnamento nel settore privato. Non da meno i ciclofattorini che stanno vedendo un crollo dell'attività proprio in questi ultimi giorni. Altro capitolo i collaboratori sportivi, che a fronte della chiusura progressiva di palestre e impianti sportivi non avranno redditi e neanche una tutela in caso di malattia. Per il lavoro precario in genere si prospetta anche lo spettro del termine dei contratti e di una disoccupazione che potrebbe durare a lungo".


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