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Attualità sabato 11 aprile 2020 ore 10:30

Covid-19, l'esperienza di ciechi e ipovedenti

Antonio Quatraro presidente UICI

Antonio Quatraro presidente dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti spiega la necessità di adottare accorgimenti per chi ha disabilità visiva



FIRENZE — L'emergenza dovuta all'epidemia di Coronavirus ha imposto delle restrizioni e delle regole comportamentali per ridurre le occasioni di contagio, tra queste c'è l'obbligo di mantenere la distanza di almeno un metro nei rapporti interpersonali.

QUInewsFirenze ha contattato Antonio Quatraro, presidente dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Firenze per sapere quali difficoltà ha comportato e comporta l'emergenza per chi ha una disabilità visiva.

Come avete affrontato la fase della prima emergenza?

"Qualche difficoltà l'abbiamo avuta per quanto riguarda l'aspetto lavorativo perché i datori di lavoro hanno disposto la chiusura delle attività, in alcuni casi facendo uso delle ferie, e ci siamo dovuti informare sugli aspetti sindacali e sugli aiuti di carattere economico"

Ci sono stati problemi di carattere pratico?

"Abbiamo riscontrato difficoltà sul tema delle distanze da mantenere ad iniziare dall'accompagnamento. Certo se non occorre uscire non è un problema, lo diventa nel momento in cui, in caso di necessità, non è possibile restare senza una guida, a meno di non volere usare una cordicella ad un metro di distanza".

Ci sono accorgimenti che sono stati adottati?

"Diciamo che principalmente facciamo affidamento sul buon senso, poi se vogliamo entrare nello specifico in auto, ad esempio, meglio sedersi sul sedile posteriore anziché accanto al conducente. In questi giorni poi sono uscito e mi è capitato di essere guidato a distanza perché le persone non ti possono prendere sotto braccio. In quel caso "Le posso dare una mano?" si è trasformato in una serie di indicazioni vocali sulla direzione da prendere e gli ostacoli da evitare". 

Ha seguito il dibattito sulle mascherine trasparenti che potrebbero aiutare i non udenti?

"Sì lo abbiamo seguito con interesse e vorrei dire che ringrazio chi ha pensato a produrre anche artigianalmente i dispositivi, ricordando però che occorre prestare attenzione alle reali necessità delle persone con disabilità ed in questo caso al fatto che la mascherina è utile se è indossata da chi deve farsi leggere le labbra e non dal non udente per questo motivo sarebbe importante che a dotarsene fossero tutti coloro che lavorano al pubblico ad esempio ad uno sportello affinché possano essere facilmente compresi dagli utenti del servizio. Si ripresenta il classico problema di dover valutare le criticità dal punto di vista del disabile per poter realmente trovare una soluzione". 


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