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Attualità lunedì 27 luglio 2020 ore 12:21

Il tramonto di Sant'Anna contro il Covid

I festeggiamenti della patrona di Firenze andati in scena in forma ridotta hanno offerto una cerimonia suggestiva e panoramica sulla città



FIRENZE — Nel fine settimana del 26 luglio Firenze ha celebrato la Festa di Sant’Anna, che per il Medioevo ed in vista del Rinascimento ha rappresentato la Liberazione di Firenze diventando poi una ricorrenza laica ma dall'iconografia religiosa.

A causa del Covid 19 il Comune di Firenze ha deciso che la tradizionale parata notturna nel centro storico non sarebbe stata effettuata ma Il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina ha partecipato con una rappresentanza ad una funzione religiosa nella Basilica di San Miniato al Monte insieme alle autorità. Una cerimonia che ha beneficiato di una vista panoramica su Firenze e che l'abate Bernardo Maria Gianni ha contribuito a rendere indimenticabile.

"Un anno molto duro anche per le nostre Feste e Tradizioni - ha commentato il Direttore del Corteo Storico, Filippo Giovannelli - Cerchiamo ad ogni modo di mantenere viva la tradizione per le manifestazioni ufficiali del Comune di Firenze delle quali il Corteo Storico è protagonista. Ci rifaremo il prossimo anno!". "La celebrazione di Sant’Anna a San Miniato, con spettacolo incluso" è stato il commento del consigliere Mirco Rufilli, delegato alla fiorentinità.

La nascita della celebrazione risale alla cacciata da Firenze di Gualtieri di Brienne, meglio noto come Duca d’Atene, con una sollevazione popolare del 26 luglio 1343. "Nel dì della beata Anna, madre della Vergine gloriosa, per la liberazione della città e dei cittadini e per la liberazione del giogo pernicioso e tirannico, nella ricorrenza della festività di S.Anna, dai Priori, dagli altri Rettori della città e dai Consoli delle arti si devono fare offerte di ceri e danaro davanti alla immagine di detta santa in San Michele" così recita una delibera del 1344. L'immagine, prima dipinta e poi riportata su tavola, raffigurante Sant'Anna e custodita all'interno della chiesa e granaio di Firenze ha avuto un valore talmente simbolico da costituire ancora oggi un esempio per la storia della civiltà moderna. 


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