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Attualità venerdì 06 dicembre 2019 ore 10:10

Bus della città turistica fermi nei giorni festivi

La carenza di autobus durante i ponti ha innescato la carica contro i servizi pubblici nel capoluogo dove i turisti pagano una tassa per i comfort



FIRENZE — A pochi giorni dal primo weekend di dicembre a far discutere è il ponte del 2 novembre quando fiorentini e turisti sono rimasti a piedi a causa della riduzione del servizio del trasporto pubblico, una gestione degli orari consuetudinaria ma che ha fatto discutere poiché ha coinciso con l'esigenza della popolazione più anziana di spostarsi verso i cimiteri comunali (vedere "Un weekend da incubo per autisti e passeggeri").  A distanza di un mese sul tema è tornata l'opposizione di Palazzo Vecchio che ha tuonato "è stata colpa dell'amministrazione" dopo che l'accusa del mancato passaggio dei mezzi era ricaduta esclusivamente sull'azienda privatizzata.

Il consigliere di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi ha spiegato “La cittadinanza ci ha segnalato i disagi a cui era andata incontro in merito al trasporto pubblico il 2 novembre. Ci eravamo mossi con un'interrogazione per capire cosa fosse successo e se il Comune avesse delle responsabilità, dato che le parti sindacali avevano parlato di una decisione presa da Regione e Città Metropolitana. La risposta è sì. Chi ci governa - a livello comunale, provinciale e regionale - ha deciso di “privilegiare” i giorni feriali. La peggiore logica di “guerra tra poveri” riproposta per il trasporto pubblico locale". Nella risposta ricevuta dalla direzione mobilità a firma dell'assessore Stefano Giorgetti si fa menzione delle risorse a disposizione valutate dal Comitato Tecnico Territoriale in virtù del contratto ponte "Un diverso utilizzo di tali risorse per incrementare tale servizio festivo avrebbe penalizzato il feriale". In sintesi non ci sono abbastanza soldi per garantire un trasporto pubblico frequente per l'intera settimana.

L'accaduto ha riportato all'attualità il tema dei servizi offerti dalla città turistica per antonomasia che nel capitolo introiti del bilancio di previsione 2020 annovera l’imposta di soggiorno con un incasso stimato di 48,8 milioni di euro. Tale tributo è vincolato all'investimento sui servizi come ad esempio il trasporto pubblico.

Palagi ha commentato inoltre "Decidere di tagliare le corse del servizio di trasporto pubblico in un ponte festivo danneggia anche il turismo meno ricco, insistendo sulla stessa dinamica che ci preoccupa, ovvero che si voglia promuovere una città vetrina a disposizione esclusiva del lusso". Una scelta che sembra penalizzare anche la delocalizzaizione dei flussi costringendo di fatto i turisti a stazionare nel solo centro storico.

Michele Lulurgas, membro della RSu di Ataf in quota Cgil commenta a QUInewsFirenze "Una riduzione del servizio in quei giorni è fisiologica, date anche le giornate di festività a cui i lavoratori hanno diritto, ritengo che bisognerebbe investirci maggiormente, sia con infrastrutture come corsie preferenziali, in maniera che un servizio anche meno frequente in determinati giorni possa comunque essere affidabile, magari anche risistemando la rete ad hoc per il servizio festivo, anche con soluzioni coraggiose che vadano a privilegiare il servizio pubblico rispetto alla mobilità privata". "Spero solo che quanto accaduto non debba ripetersi e che si continui ad offrire un servizio pubblico locale all'avanguardia ed al passo con le richieste di servizio sempre più esigenti della nostra città" è quanto aggiunge Massimo Milli vice segretario Faisa Cisal.

Fatta salva la discussione sul trasporto pubblico, l'episodio ha riacceso i riflettori sulla città vetrina d'Italia che molto spesso dopo le 19 e nel fine settimana si spegne lasciando in servizio solo poche attività.


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