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Attualità venerdì 16 settembre 2016 ore 18:28

Lavoro e disabilità due realtà ancora distanti

La Cub ha organizzato un presidio alla Fortezza da Basso per chiedere il rispetto della legge sull'inclusione lavorativa delle persone con disabilità



FIRENZE — "Nel nostro Paese molto deve essere fatto per assicurare una reale attuazione della legge 68/99", la norma sull'inclusione lavorativa dei disabili e di altre categorie protette"

Lo afferma la Cub (Confederazione unitaria di base), che ha dato vita a un presidio oggi fuori dalla Fortezza da Basso di Firenze, dove è in corso la Conferenza nazionale per le politiche della disabilità.

La protesta si è spinta fin dentro l'assemblea dove un gruppo di disabili in sedia a rotelle, legati all''Associazione Vita Indipendente, ha interrotto i lavori della sessione plenaria, lamentando come il tema della vita indipendente non fosse stato ancora preso in esame dagli interventi della mattina, e attaccando le politiche del governo sulla questione. Il tema, secondo quanto ha riferito il direttore generale per l''inclusione del Ministero del Welfare, Raffaele Tangorra, sarà comunque oggetto di una sessione della conferenza oggi pomeriggio. Dopo la contestazione, i disabili hanno incontrato il sottosegretario Franca Biondelli per un confronto.

"Siamo costretti a verificare - sostiene la Cub - la costante elusione da parte di moltissime aziende e degli enti pubblici delle norme di tutela e di inclusione lavorativa dei disabili e delle altre categorie protette. Emblematico che neppure alla Camera e al Senato della Repubblica trovi applicazione la norma in questione. Ma non solo. L''opera di smantellamento delle norme e degli obblighi contenuti nel testo della citata legge, è stata assidua e costante, con l''obiettivo di logorarne e depotenziarne l''efficacia". 

La Confederazione lancia dunque un appello alle varie associazioni affinché si avvii un percorso per sviluppare un intervento finalizzato a migliorare le norme esistenti e la loro stessa applicazione.

Inoltre Dipoi, Fish, Fand e Coordinamento della salute mentale, chiedono alla Regione Toscana che d''ora in avanti un rappresentante dell''Associazione Vita Indipendente della Toscana "venga formalmente invitato a partecipare ai tavoli tecnici regionali, su un piano di parità con le altre associazioni rappresentative. 

"Altrimenti - dicono - chiediamo alla Regione che non li consideri più un interlocutore". Le quattro associazioni infatti, anche alla luce della contestazione, ritengono che "non sia più accettabile la partecipazione di questo soggetto associativo solo attraverso azioni di provocazione e disturbo in occasioni pubbliche, così da catturare l''attenzione dei media e imporre una modalità di relazione conflittuale e poco costruttiva che non porta a nulla, se non alla rappresentazione corporativa dell''interesse di pochi". 

Per i quattro soggetti l''Avi ha tenuto "un atteggiamento deliberatamente provocatorio e arrogante", rivendicando risorse solo per la ristretta tipologia di persone disabili che rappresenta e ignorando le esigenze delle persone con disabilità psichica, intellettiva e con problemi di salute mentale".


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