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Attualità giovedì 16 gennaio 2020 ore 13:07

Occhi alle vetrine ma i saldi sono in crisi

Confesercenti Firenze ha lanciato un allarme sull'andamento dei consumi, l'e-commerce incide sul settore che fatica a mantenere i ritmi del passato



FIRENZE — Le vendite al dettaglio sono calate ancora a novembre ed i saldi registrano un andamento pessimo. Tanti sguardi alle vetrine tappezzate di sconti ma pochi acquisti all'uscita dai negozi. 

Intanto non mancano i controlli alle attività su strada con sanzioni, a partire dai 516 euro, elevate per irregolarità ad iuniziare dall'allestimento delle vetrine. Le associazioni di categoria fanno quadrato attorno agli esercenti costretti ad una sfida continua con le piattaforme e-commerce che possono contare su grandi magazzini e distribuzione personalizzata.

QUInewsFirenze ha contattato Lapo Cantini, responsabile di Confesercenti Firenze per approfondire il tema dei saldi ed offrire alcuni suggerimenti ad esercenti e consumatori.

Qual è il quadro economico? "Le festività non hanno dato ossigeno al commercio locale ed i saldi partiti ad inizio gennaio sono al momento una delusione. La domanda è debole a causa di una proliferazione di offerte e promozioni che disorientano il consumatore, trascinato dal vortice del low cost".

Cosa devono sapere consumatori ed esercenti durante la stagione dei saldi? "Prima di tutto che occorre prestare attenzione all'etichetta. Questa deve riportare il prezzo iniziale e finale del prodotto con la percentuale dello sconto chiarendo se è già stato applicato oppure è ancora da applicare. Inoltre ricordiamo che i prodotti in saldo e quelli a prezzo pieno devono essere tra loro separati e ben segnalati".

Molti esercenti si sono lamentati a causa del fenomeno della prova senza acquisto. "Si il fenomeno della prova purtroppo esiste soprattutto su calzature ed abbigliamento sportivo. I consumatori cercano modelli precisi, spesso di marca, e valutano la comodità delle taglie per poi ricercare gli stessi articoli su internet ed acquistarli on line".

Alcuni commercianti hanno applicato un contributo obbligatorio per la prova. "Ognuno nella sua attività può fare quello che ritiene opportuno, la legge non lo vieta. Certo occorre valutare la cosa da un punto di vista della fidelizzazione del cliente. Una simile richiesta potrebbe avere effetti contraddittori".

La pressione del commercio digitale ha costretto i negozianti a fare più selezione? "No la merce sugli scaffali è ben assortita e proprio perché si sta venendo poco durante la stagione regolare anche oggi che i saldi sono iniziati da oltre 10 giorni si possono trovare molti prodotti e taglie disponibili".

Perché i cittadini dovrebbero mantenere vivo il rapporto con gli esercenti tradizionali? "I vantaggi sono molteplici. Si possono evitare le fregature in merito alla qualità del prodotto basandosi su un rapporto di fiducia con il commerciante, c'è poi la possibilità di vedere e toccare la merce, provarla davanti al venditore e restituirla allo stesso. In generale se si acquista nel commercio tradizionale, ad esempio nelle aree commerciali naturali, si dà un contributo alla vivibilità dei quartieri e delle città oltre ad inquinare meno riducendo la logistica delle consegne porta a porta".


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