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Attualità martedì 30 luglio 2019 ore 10:48

Super rettile, studiato dai ricercatori fiorentini

Gli scienziati hanno ricostruito la storia evolutiva della più grande lucertola vivente al mondo, con il contributo dell'Università di Firenze



FIRENZE — L’identikit del DNA del super rettile che in età adulta può raggiungere una lunghezza di 3 metri e un peso di oltre ottanta chilogrammi, è stato ricostruito per la prima volta da un team internazionale di ricercatori del quale hanno fatto parte Claudio Ciofi, Alessio Iannucci, Renato Fani, Marco Fondi, e Valerio Orlandini dell’Università di Firenze, Tomaso Patarnello e Massimo Milan dell’Università di Padova. Sopporta la fatica quasi fosse un mammifero, ha un olfatto migliore di qualsiasi altro rettile e una saliva velenosa che lo colloca non troppo distante dai serpenti, queste alcune delle evidenze che hanno trovato riscontro nel sequenziamento e nell’analisi dell’intero genoma del drago di Komodo, la più grande lucertola al mondo confinata su cinque isole del sudest indonesiano. 

I risultati del lavoro, coordinato dall’Università della California (Stati Uniti), sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Nature Ecology & Evolution” ed evidenziano i possibili adattamenti genomici di questo rettile assimilabile, nell’immaginario collettivo, a un drago per taglia e aggressività.

“Siamo arrivati a produrre un genoma ad alta definizione e a identificare alcune caratteristiche fisiologiche e metaboliche molto peculiari per un rettile - ha spiegato Ciofi – il DNA ha rivelato l'elevata resistenza aerobica dei varani di Komodo, oltre a caratteristiche del metabolismo e della fisiologia cardiovascolare che spiegano la capacità di sostenere sforzi fisici prolungati, rispetto agli altri rettili, nella caccia alle prede o nei combattimenti tra maschi durante il periodo dell’accoppiamento”. 

Un altro aspetto emerso dallo studio riguarda l’evoluzione, in termini genetici, di alcuni recettori olfattivi. “Un processo che è iniziato 5 milioni di anni fa - ha aggiunto Ciofi – e permette oggi ai varani di localizzare prede e carcasse, e altri varani, di sesso opposto, a diversi chilometri di distanza”. “I varani di Komodo - ha affermato Patarnello - sono caratterizzati da una saliva con proprietà anticoagulanti che ne rendono il morso micidiale per la cattura delle prede. Tuttavia, sembra che i varani stessi siano immuni dagli effetti della propria saliva, un fenomeno documentato durante gli scontri tra maschi, e questo probabilmente proprio grazie alle pressioni selettive che abbiamo individuato durante il nostro lavoro”.


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