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Attualità lunedì 15 ottobre 2018 ore 16:00

Migranti, Mdp contro le norme della Prefettura

Serena Spinelli

Spinelli (Mdp) annuncia un'interrogazione in Consiglio regionale. Grassi (Firenze riparte a sinistra): "Siamo preoccupati"



FIRENZE — Serena Spinelli, capogruppo Mdp in Consiglio regionale, interviene su quanto disposto dalla Prefettura di Firenze per i richiedenti asilo dei Centri di accoglienza straordinari e annuncia un’interrogazione.

“La disposizione della Prefettura di Firenze che limita le uscite dei richiedenti asilo dei Cas, obbligandone il rientro entro le ore 20 di sera, appare immotivata e volta ad alimentare un clima di diffidenza che non fa bene a nessuno - scrive Spinelli in una nota - Non si garantisce maggiore sicurezza restringendo libertà personali, ai migranti o a chiunque altro, in modo generico, senza distinzione di causa". 

"Di fronte al clima di intolleranza che respiriamo, di cui purtroppo abbiamo riscontro anche nella nostra regione, c’è estremo bisogno di fermarsi e fare chiarezza - scrive ancora Spinelli - Ed è per questo che sulla misura introdotta dalla Prefettura di Firenze presenterò un’interrogazione in Consiglio regionale; per chiedere alla Giunta quali sono state le motivazioni che hanno portato la Prefettura a prendere tale decisione e se esiste un allarme sicurezza all’interno dei Cas". 

Anche Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a sinistra, si unisce alla presa di posizione della Fp Cgil.

“Siamo molto preoccupati perché la nuova disposizione della Prefettura non fa altro che alimentare il mantra del “noi” e “loro”. Si ghettizza e si isola. Non è questo di cui ha bisogno il nostro paese - scrive Grassi in una nota - Il modello di Riace non va bene e lo si cancella con un decreto. L'integrazione e l'accoglienza la si rende sempre più simile ad una detenzione. E l'aiutiamoli a casa loro è l'unica cosa che sentiamo dire. Le soluzioni del governo non ci piacciono e non siamo d'accordo”.

“Oltretutto non si rendono conto che le persone che se ne occupano e che sono dei lavoratori in campo sociale, sono sempre più sottoposti a svolgere dei ruoli che non gli competono. Come è possibile che – conclude Grassi – gli operatori sociali si debbano occupare di verificare i pacchi consegnati agli ospiti e segnalare acquisti “spropositati”. Sono educatori o devono trasformarsi in gendarmi?”. 


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