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Imprese & Professioni martedì 04 dicembre 2018 ore 19:00

Stop alla pubblicità per il gioco

I numeri dell’azzardo nel paese richiedono un provvedimento.



TOSCANA — A breve entreranno in azione i primi effetti del decreto dignità in riferimento allo specifico articolo sulla pubblicità per il gioco d’azzardo. Come si legge nell’articolo 9 della legge 87/18 dall'inizio del nuovo anno solare decadrà la validità di tutti quei contratti di sponsorizzazione verso le aziende del settore gioco. Saranno interessate dal provvedimento soprattutto le società sportive che avevano finora ampiamente beneficiato dei fondi di queste aziende in cambio di spazio e visibilità su cartellonistica, siti internet, divise sportive e quanto altro.

Basti considerare che solo nell'ambito della serie A di calcio più della metà delle squadre hanno stretto accordi con betting partner. Le squadre capitoline, ad esempio, vedranno cadere accordi triennali che avrebbero portato in cassa importi molto consistenti: la Lazio aveva firmato per 21 milioni, la Roma 15. Già prima che il disegno diventasse legge si era sollevata la polemica: “Impedire alle aziende di questo settore di investire in promozione nel nostro Paese porterebbe svantaggi concorrenziali ai club italiani, dirottando all'estero i budget pubblicitari destinati alle nostre squadre", così esprimeva il suo dissenso la Lega calcio.

Ma di sicuro il problema non si ferma al solo gioco del pallone, tanto è vero che a ridosso del passaggio della legge in Senato veniva inoltrato un comunicato da parte di Lega Serie A, Lega Serie B, Lega Basket e Lega Pallavolo Serie A Maschile e Femminile, un testo fortemente critico nei confronti del provvedimento che iniziava così:

“In merito alla conversione in legge del decreto n.87 del 2018 (c.d. Decreto Dignità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), Lega Serie A, Lega Serie B, Lega Basket e Lega Pallavolo Serie A Maschile e Femminile esprimono unanimemente la propria preoccupazione sull’impatto che il divieto di pubblicità e sponsorizzazioni per giochi e scommesse con vincite in denaro avrà sulle risorse dello sport italiano, professionistico e amatoriale e chiedono di essere coinvolti nel processo di riordino del settore del gioco d’azzardo”.

Da una parte le preoccupazioni, dall'altra la richiesta di maggior ascolto (un’istanza comune a tutti gli addetti ai lavori colpiti dal provvedimento). La legge però ha intercettato il favore dei calciatori, un placet espresso dalle dichiarazione del presidente Damiano Tommasi: “L'ho sempre detto, anche ai tempi della sponsorizzazione della Nazionale con Intralot: credo, alla stregua della pubblicità sul fumo, che il tema dell'azzardo debba essere disincentivato. Non solo non pubblicizzato. Di sicuro che si stia dando una stretta credo sia un segnale forte che ci vede favorevoli".

Secondo il DL dignità le sponsorizzazioni si chiuderanno a inizio 2019, i contratti di pubblicità non andranno oltre il 14 luglio dello stesso anno (a 365 dall’entrata in vigore della legge), inoltre dal 2020 scatterà l’obbligo d’installazione del lettore di tessera sanitaria sulle slot e aumenterà il prelievo erariale sulle apparecchiature di gioco. Gli oppositori al provvedimento hanno portato avanti una tesi molto chiara: senza pubblicità è più difficile distinguere gioco lecito da illecito, ergo si favorisce quest’ultimo. Luigi Di Maio, vicepremier e primo firmatario del DL, ha da sempre risposto che l’obiettivo è far calare i flussi di gioco, abbassando il gioco legale scenderà anche quello illegale. Sopra le opinioni ci sono i numeri che parlano piuttosto chiaro: l’Italia è un paese di giocatori.

Nel 2017 la raccolta totale del gioco d’azzardo nello stivale ha superato per la prima volta i 100 miliardi di euro, l’80% è stato restituito ai giocatori in forma di vincite, 10,3 miliardi di euro sono stati raccolti dallo Stato e il resto rappresenta il guadagno della filiera. L’exploit è stato come sempre guidato dal gioco analogico su slot e videolottery che insieme rappresentano circa 47 miliardi della spesa. In Italia vi sono attualmente circa 16 milioni di persone che (sempre nell’anno di indagine) hanno giocato almeno una volta, secondo il CNR circa 400.000 mila giocatori sono a rischio o hanno già manifestato un disturbo da gioco d’azzardo.

Grazie a inchieste quali L’Italia e le slot (gruppo GEDI) e La Toscana delle slot machine: mappa e dati (Il Tirreno), abbiamo avuto modo di verificare quanto i dati di cui sopra siano corrispondenti anche alla situazione della nostra regione. Ebbene, la Toscana è la quarta regione italiana per rapporto residenti/esercizi con slot o vlt, nel capoluogo Firenze c’è stato un numero di giocate pro-capite pari a 825€ (nel 2016), per un totale 315,5 milioni di euro giocati. In città ci sono circa 5,5 slot o vlt ogni mille abitanti, Firenze è tra i primi 20 comuni (con più di 200 mila abitanti) per giocate pro-capite.

Nelle altre province non va meglio: la provincia di Prato è seconda in Italia per superficie dedicata al gioco d’azzardo in rapporto agli abitanti, Lucca e Pisa sono rispettivamente in 18esima e 19esima posizione, la città della torre pendente invece primeggia nella stessa classifica ma riservata ai comuni. La vera capitale dei mini-casinò (ambienti dedicati al solo gioco d’azzardo) è Massa Carrara con ben 30 strutture, 1 per ogni 10 mila abitanti.

Va oltretutto considerato che nel 2017 in Toscana il 34,4% degli studenti dai 15 ai 19 anni ha scommesso almeno una volta, circa il 13% di questi è potenzialmente a rischio dipendenza, il 7% ha già mostrato dei disturbi. Il DL dignità va a inserirsi proprio in questo spazio, nella necessità di non creare nuovi giovani giocatori togliendo quindi la pubblicità, puntando quindi su un risultato a lungo termine. Ma è pur vero che uno dei settori più velocemente in crescita è il gioco online che si fa sempre più smart per riuscire ad attirare quella fascia di potenziali giocatori. Basta vedere le library delle grandi del gioco per capire che ormai tutto un casinò può stare sul nostro smartphone, o anche più di uno. In virtù di queste statistiche non è difficile comprendere perché questo provvedimento volto a rallentare questa crescita sia stato accolto da ovazione, con buona pace degli addetti ai lavori.   


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