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Attualità sabato 19 dicembre 2020 ore 19:29

I nuovi disoccupati diventano custodi del bello

Il progetto di reinserimento sociale coinvolge cassaintegrati e chi ha perso la propria occupazione, richiedenti asilo e persone senza reddito



FIRENZE — Integrazione sociale, civismo e decoro urbano, è l'obiettivo dei “Custodi del Bello”, progetto presentato oggi a Firenze con un intervento in via delle Seggiole angolo via Pandolfini alla presenza della vicesindaca, Alessia Bettini, dell'assessora al Lavoro, Benedetta Albanese e la Fondazione degli Angeli del Bello di Firenze.

Il progetto è già attivo e vede operativa una squadra di 6 persone che ha svolto interventi nell’area di Sant’Ambrogio, con un impegno di 12 ore settimanali ed ha ripristinato il decoro su 13 chilometri togliendo scritte vandaliche, toppe sui muri, con azioni di micropulizia sull’area, compresi i cartelli turistici e stradali e la cura del verde urbano.

I custodi sono soggetti con fragilità economica, lunga disoccupazione, richiedenti asilo, senza reddito, i nuovi fragili che hanno perso la loro occupazione, cassaintegrati che potranno ricrearsi una rete sociale di riferimento, acquisire skill utili per un nuovo inserimento nel mercato del lavoro, grazie al progetto messo in campo dagli Angeli del Bello insieme ad Extrapulita.

Gli Angeli del Bello contano oltre 3.500 iscritti, svolgeranno un ruolo di accompagnamento per soggetti socialmente deboli supportandoli nel loro percorso di inserimento lavorativo, gestito per la formazione e il rapporto con le aziende da scuole di formazione e agenzie del lavoro.

“Abbiamo individuato assieme le zone e le tipologie degli interventi in cui coinvolgere queste persone. - ha detto la vicesindaca Alessia Bettini - Si tratta di lavori di piccola manutenzione, si va dalla cura dei giardini alla verniciatura delle staccionate, piccoli interventi che però contribuiscono tutti assieme a mantenere la città più bella. È proprio con l’insieme di piccoli gesti che si preserva e tutela il decoro urbano, in base a quella cultura del ‘rammendo’ che abbiamo imparato a conoscere dal grande architetto Renzo Piano e che è fondamentale. Questo progetto va in questa direzione, permettendo, inoltre, alle persone che aderiscono di acquisire competenze, contatti e di fare un’esperienza utile alla loro crescita personale e professionale”.


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