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Attualità sabato 20 giugno 2020 ore 11:28

"Il diritto al lavoro in biblioteca è morto"

I bibliotecari fiorentini hanno concluso la raccolta firme per richiedere l'apertura di tutte le strutture rimaste chiuse dopo il lockdown per Covid



FIRENZE — Nel cortile delle Oblate i bibliotecari fiorentini hanno concluso la raccolta firme lanciata per chiedere l'apertura di tutte le biblioteche rimaste chiuse dopo il lockdown per coronavirus. Le firme raccolte saranno consegnate durante il Consiglio comunale di Lunedì 22 Giugno.

"Il diritto al lavoro in biblioteca è morto. A causa di politiche scellerate, pandemia e buchi di bilancio per mancato turismo il nostro amato ci ha lasciati. Lo celebriamo lunedì sotto Palazzo Vecchio. Siete tutti invitati a partecipare al nostro dolore portando con voi: abiti neri, una lettura da dedicare al defunto, trombe, fischietti, pentole e qualunque cosa ci aiuti a salutarlo con un po' di baccano" questo il messaggio con invito rivolto ai cittadini.

La mobilitazione per la raccolta firme dei Biblioprecari volge verso il suo atto conclusivo: lunedì 22 giugno alle ore 14 e 30, le lavoratrici e i lavoratori in appalto delle biblioteche e dell’Archivio Storico del Comune di Firenze si ritroveranno nuovamente in piazza della Signoria per consegnare simbolicamente al Consiglio comunale le oltre 5000 firme raccolte tra quelle presenti su Change.org e quelle cartacee raccolte durante i numerosi sit-in davanti alle biblioteche e all’Archivio Storico.

I Biblioprecari non demordono e, come avevano promesso durante la loro prima manifestazione del 26 Maggio scorso, continuano a farsi sentire con l’obiettivo primario di rientrare quanto prima nei posti di lavoro e di far ripartire un servizio essenziale per la cittadinanza.

Chiedono "garanzie sull’appalto in corso e sul nuovo bando di gara, risposte precise sul rientro e tutele per il loro futuro". Come hanno più volte ribadito, l’Amministrazione "deve avere il coraggio di invertire la rotta, ripartendo proprio dalla cultura e dal lavoro, pilastri inalienabili di una società che vuole considerarsi civile".


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