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Superbonus da 160 miliardi e conti pubblici allo sfascio: di chi è davvero la colpa

Attualità sabato 24 aprile 2021 ore 16:38

La mazzata sui prezzi mette a tappeto i bonus

Preventivi da rifare e ripensamenti sarebbero all'ordine del giorno a causa dell'aumento dei costi delle materie prime e degli impianti da sostituire



FIRENZE — Sugli incentivi fiscali destinati a smuovere l'economia si sarebbe abbattuta la mazzata dei rincari dei materiali e degli impianti, è proprio così oppure si tratta di una leggenda metropolitana? La conferma è arrivata direttamente dalle imprese degli impiantisti. 

Il Superbonus del 110% ed il Bonus caldaie al 65% hanno risentito particolarmente degli aumenti dei materiali, dai ponteggi ai laterizi ai collanti per passare poi ai tubi di rame e di ottone fino alle stesse caldaie.

Cna Firenze contattata da QUInewsFirenze ha confermato le difficoltà da parte degli impiantisti "Al momento si lavora più sul bonus in fattura al 65% che con il Superbonus al 110%. I committenti sono soprattutto i privati che devono comunque effettuare il lavoro - spiega il presidente Pagliarani - al netto degli aumenti e delle spese per le procedure, uno sconto c'è: pagano il 35% in meno in fattura. Occorre dire che il conto è più salato rispetto ad un lavoro fatto ad inizio 2020 perché sono aumentati i materiali e gli stessi impianti da installare. Quasi nessuno ricorre al pagamento della fattura piena con la detrazione del 50% in 10 anni, preferiscono lo sconto immediato che però prevede l'istruzione di una pratica ed ha dei costi in più".

Quindi l'incentivo non incentiverebbe riducendosi ad un semplice sconto per chi si trova a dover effettuare un lavoro per necessità e non per approfittare del momento o come programmazione.

Gli addetti ai lavori devono essersi accorti immediatamente che qualcosa non stava funzionando perché il lavoro non è aumentato secondo le aspettative.

L'allarme è stato lanciato negli ultimi mesi quando gli impiantisti si sono trovati a dover ritoccare i preventivi fatti a fine 2020 per non andare in perdita davanti ai rincari presentati dai fornitori. Di conseguenza i committenti, amministratori di condominio e privati cittadini hanno dovuto rifare i conti con il budget familiare e decidere se il cambio della caldaia valesse la candela.

Il presidente Ance Siena, Andrea Tanzini, già a Marzo era intervenuto per suonare l'allarme "Il caro materiali non è più sostenibile per le imprese. Un aumento del 130% dell’acciaio, del 40% dei polietileni, del 17% del rame e del 34% del petrolio. In provincia di Siena il ferro tondo in barre, in due settimane, ha visto schizzare il prezzo del 6-8%. I rincari eccezionali rischiano di frenare gli interventi già in corso e di mettere a rischio quelli previsti dal Recovery Plan".

L'ultimo allarme in ordine cronologico è arrivato da Arezzo dove il presidente Cna Costruzioni, Francesco Riillo, che ha detto "Sono aumentati in particolare i prezzi dei materiali legati ai bonus per le ristrutturazioni. Gli aumenti più importanti in un anno riguardano i metalli, con punte che superano il 50%; i materiali termoisolanti, con punte che oscillano tra il 25% e il 50%; i materiali per gli impianti, con punte che superano il 25% e il legno 15%. In salita è anche il prezzo dei ponteggi, passato in breve tempo da 15 euro al metro quadrato ai 24 euro attuali. Il costo di rifacimento di un cappotto termico è passato da 65 a 90 euro al metro quadro".


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