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Attualità martedì 30 marzo 2021 ore 20:10

La nuova solitudine del Porcellino

Il responsabile di Confesercenti a QUInewsFirenze commenta la nuova chiusura delle attività per la zona rossa durante la settimana di Pasqua



FIRENZE — Ad un anno di distanza dalla Pasqua Covid, quella delle serrande abbassate, della città incredibilmente deserta, dei balconi e di "Andrà tutto bene", la città di Firenze, culla del Rinascimento e meta turistica per eccellenza è tornata a svuotarsi per la zona rossa.

QUInewsFirenze ne parla con Lapo Cantini, il responsabile di Confesercenti Firenze in prima linea dal Marzo 2020 per raccogliere le richieste degli esercenti e trattare con i tavoli istituzionali protocolli, riaperture e ristori.

A Pasqua 2020 pensavi che a distanza di un anno potesse ripresentarsi la stessa situazione?

"Assolutamente no. Un anno fa non avevamo minimamente la percezione di quello che sarebbe accaduto. Ricordo che pensavamo ad una crisi passeggera momentanea ricordo bene che con molti commercianti si pensava addirittura di ripartire proprio a Pasqua. Poi sappiamo tutti come è andata".

Gli esercenti hanno resistito in questi 12 mesi o è solo una illusione e dobbiamo ancora aspettarci un effetto domino, una crisi a cascata?

"I commercianti hanno resistito perché oggi in Italia chiudere una attività è molto oneroso e non tutti sono nella condizione di permetterselo. Più che resistere hanno accumulato debiti con il proprietario dell'immobile, i fornitori, lo Stato... mentre i dipendenti sono stati messi in Cassa integrazione. Si è trattato di una specie di "congelamento momentaneo" della situazione. Bisogna vedere cosa succederà con la prima ripartenza e la fine del sostegno statale e soprattutto con la fine del blocco dei licenziamenti: sicuramente il peggio deve ancora venire".

Davanti a questa loggia vuota cosa resta di 12 mesi di emergenza sanitaria ed economica?

"Davanti alla loggia vuota, perché gli ambulanti dello storico mercato sono stati nuovamente costretti a chiudere i banchi, resta tutta l'impreparazione della scienza, del progresso tecnologico e della capacità delle classi dirigenti di affrontare una pandemia nel secolo della grande scommessa sul futuro. La storia ci ha impartito una dura lezione: pensavamo di aver sconfitto per sempre fenomeni di tale proporzione e pericolosità ma ci eravamo sbagliati. E in una città come questa la sconfitta dell'umanità fa ancora più rumore". 


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