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Attualità giovedì 23 maggio 2019 ore 18:40

Consiglio di Stato: "Solo restauro conservativo"

I giudici hanno accolto l'appello di Italia Nostra sulla variante al centro storico. Chiesti chiarimenti su ristrutturazione e cambio di destinazione



FIRENZE — Lo stop alla variante urbanistica del centro storico di Firenze arriva dal Consiglio di Stato che si pronuncia accogliendo l'appello proposto da Italia Nostra. La IV sezione del Consiglio di Stato ha accolto l'appello cautelare promosso dall'Associazione Italia Nostra, sulla variante al regolamento urbanistico del Comune di Firenze che al posto del precedente restauro conservativo, consente la ristrutturazione edilizia e il mutamento di destinazione d'uso  .

A parere dei giudici occorre definire natura, limiti e conseguenze di un tale intervento edilizio, la considerazione deriva dal "valore degli edifici" che "formano il tessuto urbano del centro storico" tutelato dalla regolamentazione sui beni culturali oltre che rappresentare il Patrimonio Unesco come evidenziato nella relativa Convenzione.

L'Ordine degli Architetti di Firenze con una lettera aperta a firma della presidente Serena Biancalani, nell'autunno 2018 così interveniva sulla materia "la recente approvazione della variante al Regolamento Urbanistico del Comune di Firenze concernente la ridefinizione degli interventi ammissibili e l’introduzione della sottocategoria della “ristrutturazione edilizia con limitazioni”, tenuto conto del dibattito che si è sviluppato prima e dopo, ci suggerisce di tornare sull’argomento con parole semplici, comprensibili a tutti i cittadini e non solo agli esperti". "Se in linea generale, senza riferimento alla specificità dell’edificio, dovesse prevalere la tesi che non si possa cambiare destinazione d’uso oppure che non si possano fare frazionamenti, ci troveremmo davanti a una categoria di intervento edilizio assai poco utilizzabile" aggiungeva la presidente.

La lettera così proseguiva "Prima della variante circa il 42% del patrimonio edilizio del Comune di Firenze era limitato agli interventi di restauro. Una disciplina già incongrua all'origine, che ha mostrato la sua insostenibilità alla luce di recenti pronunciamenti giurisprudenziali. Non possiamo lamentarci dei molti immobili inutilizzati o non mantenuti, come sarebbe opportuno, se non affrontiamo con equilibrio le esigenze di tutela e gli usi che possono giustificare gli investimenti. L’introduzione della sottocategoria della “ristrutturazione edilizia con limitazioni” non risolve tutti i problemi. Nella pratica si potranno fare gli stessi interventi che si facevano con il restauro, la differenza sarà solo la maggiore certezza del diritto e la migliore agilità burocratica".  Un provvedimento che l'Ordine fiorentino giudicava "sufficiente per gli immobili di maggior pregio" ma "inadeguato per gli interventi su immobili privi di particolare specifico valore, così classificati solo perché facenti parte di un determinato aggregato urbano".


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